Qualità significa fare cose bene quando nessuno ti sta guardando.
Henry Ford
Perdura in alcune persone, ancora oggi, la convinzione che gli accertamenti di laboratorio, e quindi anche quelli di genetica forense, siano attività praticamente di tipo automatizzato.
Il perito in genetica forense accende una macchina, vi mette dentro il campione, preme un tasto e lo strumento dà la risposta. In qualche modo quindi il laboratorio è visto come un «buco nero» che inghiotte gli oggetti da esaminare emettendo, all’esito delle analisi, un referto incontestabile.

Niente di più lontano dalla realtà.E non solo per quanto attiene alla materia del DNA. I processi penali di questi ultimi anni dovrebbero aver definitivamente spalancato gli occhi anche ai più distratti.
In parte questa realtà può essere applicabile per i laboratori medici, mi riferisco in particolare a quelli di analisi cliniche. Le strumentazioni disponibili, sottoposte continuamente a validazioni interne, con curve di calibrazione e carte di controllo permettono infatti esami accurati quasi del tutto automatizzati.
Ma questo non può dirsi per i laboratori di genetica forense, nei quali le tecniche possono variare a seconda della matrice analizzata e del protocollo adottato.
Va sempre più affermandosi, a sottolinearne la peculiarità, la condizione che vede nascere o evolvere laboratori dedicati al settore della genetica forense. Unità dunque indipendenti da quelli di biologia e genetica molecolare.
Realtà del resto ben conosciuta dalle Forze di polizia che, negli anni, hanno istituito e rafforzato le loro strutture di analisi scientifiche in diverse città della penisola.
Del resto, l’evoluzione della normativa che disciplina la Banca dati del DNA e la necessità di adesione agli standard ISO/IEC 17025 non consentono compromessi. E in base a queste condizioni dovrebbe oggi lavorare il perito in genetica forense.
C’è effettivamente un passaggio reale da una concezione di tipo artigianale, con laboratori che si accontentano di conseguire risultati minimi, a una professionale, secondo approcci razionali basati su parametri effettivi.
Già fin dalla fase di strutturazione di un laboratorio di genetica forense sono necessarie infatti precauzioni peculiari.
In particolare per il controllo delle contaminazioni, per la riservatezza delle attività, per la garanzia riguardo la custodia dei reperti da sottoporre a prova.